La penna più comune utilizzata oggi è la penna biro, penna che porta il nome del suo inventore Laszlò Birò.
È conosciuta anche con il nome di penna a sfera, e si caratterizza per essere uno strumento dotato di un serbatoio interno che contiene inchiostro, e da una punta con una piccola sfera, una piccola pallina.
Quando la punta della penna viene fatta scorrere sul foglio di carta, l'inchiostro fuoriesce attraverso l'azione di rotolamento della sfera metallica, solitamente in ottone o acciaio, disegnando così sulla carta.
Questa penna a sfera è stata inventata da un giornalista, stanco di dover perdere un sacco di tempo per riempire le penne stilografiche e per pulire le pagine macchiate.
Ha brevettato così, con l'aiuto del fratello, una penna fluida, con inchiostro viscoso, che non macchia il foglio, poiché si secca quasi immediatamente a contatto con la carta.
Con il passare del tempo, questa penna ha subito delle modifiche e delle evoluzioni, adattandosi poi a specifici utilizzi e a specifici paesi.
Per esempio, nei paesi asiatici, data la particolare scrittura, si utilizzano le punte fine che variano dai 0,38 ai 0,7 mm, perché si adattano meglio agli ideogrammi.
Nei paesi occidentali invece si preferiscono le punte più spesse, con una misura di circa 1 mm.
Si possono trovare in commercio anche punte con una sfera che raggiunge al massimo 1,6 mm.
Non si trovano ancora sfere con diametro maggiore innanzitutto per il rischio che l'inchiostro fuoriesca accidentalmente dalla punta e poi per la difficoltà che la punta avrebbe nello scivolare lungo il foglio di carta.
In commercio però si trovano anche le penne roller, simili alle penne a sfera, introdotte sul mercato nel 1963 da un'azienda giapponese. La grande differenza tra le due penne è che quelle a sfera hanno un inchiostro oleoso e denso, mentre quelle roller utilizzano un inchiostro a base di acqua o gel, che agevola la scrittura rendendola più scorrevole e più fluida.
Le penne a sfera e roller sono le più economiche e le più utilizzate. Sono penne usa e getta, che una volta terminate non possono essere ricaricate, vengono buttate via.
Ma prima che queste penne si diffondessero, si utilizzavano altre tipologie.
La storia delle penne è molto lunga.
Partendo dall'antichità, gli Egiziani per scrivere sul papiro, utilizzavano degli steli della pianta stessa che venivano tinti nell'inchiostro, ma si sfilacciavano ed assomigliavano per questo a dei pennelli. Poi si è passati al calamo, alle penne d'oca, e ai pennini metallici.
Intorno al XVII secolo iniziarono a diffondersi anche le penne stilografiche.
Nel 1809 in Inghilterra Fölsch depositò il brevetto per una penna composta da un serbatoio, una cannuccia e una capsula con pennino di acciaio.
Con il passare del tempo, alle penne stilografiche sono stati apportati molti miglioramenti, e dapprima considerate come penne di lusso, hanno cominciato poi ad entrare nell'uso quotidiano anche del ceto meno elevato della popolazione.
Oggi le penne stilografiche sono costituite da un piccolo serbatoio che contiene inchiostro e un pennino. L'inchiostro liquido raggiunge la punta del pennino grazie ad un sistema che combina gravità e capillarità. Sono abbastanza comode, e non macchinano più i fogli di carta.
È conosciuta anche con il nome di penna a sfera, e si caratterizza per essere uno strumento dotato di un serbatoio interno che contiene inchiostro, e da una punta con una piccola sfera, una piccola pallina.
Quando la punta della penna viene fatta scorrere sul foglio di carta, l'inchiostro fuoriesce attraverso l'azione di rotolamento della sfera metallica, solitamente in ottone o acciaio, disegnando così sulla carta.
Questa penna a sfera è stata inventata da un giornalista, stanco di dover perdere un sacco di tempo per riempire le penne stilografiche e per pulire le pagine macchiate.
Ha brevettato così, con l'aiuto del fratello, una penna fluida, con inchiostro viscoso, che non macchia il foglio, poiché si secca quasi immediatamente a contatto con la carta.
Con il passare del tempo, questa penna ha subito delle modifiche e delle evoluzioni, adattandosi poi a specifici utilizzi e a specifici paesi.
Per esempio, nei paesi asiatici, data la particolare scrittura, si utilizzano le punte fine che variano dai 0,38 ai 0,7 mm, perché si adattano meglio agli ideogrammi.
Nei paesi occidentali invece si preferiscono le punte più spesse, con una misura di circa 1 mm.
Si possono trovare in commercio anche punte con una sfera che raggiunge al massimo 1,6 mm.
Non si trovano ancora sfere con diametro maggiore innanzitutto per il rischio che l'inchiostro fuoriesca accidentalmente dalla punta e poi per la difficoltà che la punta avrebbe nello scivolare lungo il foglio di carta.
In commercio però si trovano anche le penne roller, simili alle penne a sfera, introdotte sul mercato nel 1963 da un'azienda giapponese. La grande differenza tra le due penne è che quelle a sfera hanno un inchiostro oleoso e denso, mentre quelle roller utilizzano un inchiostro a base di acqua o gel, che agevola la scrittura rendendola più scorrevole e più fluida.
Le penne a sfera e roller sono le più economiche e le più utilizzate. Sono penne usa e getta, che una volta terminate non possono essere ricaricate, vengono buttate via.
Ma prima che queste penne si diffondessero, si utilizzavano altre tipologie.
La storia delle penne è molto lunga.
Partendo dall'antichità, gli Egiziani per scrivere sul papiro, utilizzavano degli steli della pianta stessa che venivano tinti nell'inchiostro, ma si sfilacciavano ed assomigliavano per questo a dei pennelli. Poi si è passati al calamo, alle penne d'oca, e ai pennini metallici.
Intorno al XVII secolo iniziarono a diffondersi anche le penne stilografiche.
Nel 1809 in Inghilterra Fölsch depositò il brevetto per una penna composta da un serbatoio, una cannuccia e una capsula con pennino di acciaio.
Con il passare del tempo, alle penne stilografiche sono stati apportati molti miglioramenti, e dapprima considerate come penne di lusso, hanno cominciato poi ad entrare nell'uso quotidiano anche del ceto meno elevato della popolazione.
Oggi le penne stilografiche sono costituite da un piccolo serbatoio che contiene inchiostro e un pennino. L'inchiostro liquido raggiunge la punta del pennino grazie ad un sistema che combina gravità e capillarità. Sono abbastanza comode, e non macchinano più i fogli di carta.